L’EVOLUZIONE DEL REAL ESTATE

 

Dopo quasi un decennio di trend positivo, il settore immobiliare, che ha saputo superare anche il periodo della pandemia senza eccessivi problemi, è in una fase di lieve flessione. Gli analisti prevedono che dopo l’ultimo triennio rialzista, sia sul fronte prezzi che sul numero di compravendite residenziali, arrivato nel 2022 a superare le 784.000 unità, sia atteso un periodo di moderato decremento. Infatti le stime indicano per il 2023 una flessione tra il 10 ed il 15% del numero di transazioni in ambito residenziale.

Le ragioni sono piuttosto evidenti e partono dalla normale ciclicità del mercato, passano dal rialzo dei tassi di interesse sui mutui, ed arrivano ai perduranti effetti del conflitto ucraino, con le conseguenti ricadute economiche, soprattutto nei confronti dei bilanci familiari.

In questo scenario, che ruolo gioca uno dei protagonisti principali del settore, ovvero l’Agente Immobiliare? Che prospettive ha questa professione, talvolta non sufficientemente considerata?

Il ruolo dell’intermediario immobiliare ha visto la propria affermazione tra gli anni settanta ed ottanta, sostituendosi agli allora “sensali”, ovvero soggetti che senza alcuna professionalità operavano, spesso ai limiti della legalità, per “mettere d’accordo” le parti al fine di definire un affare immobiliare. Successivamente furono totalmente soppiantati da più appropriate modalità di intermediazione, maggiormente organizzate e, dalla fine degli anni ottanta, anche regolamentate da una specifica normativa. Da allora e per un trentennio si sono affermati con successo network e reti, che ad oggi sono ancora presenti sul mercato.

E’ sempre bene ricordare che sulle oltre 40.000 agenzie attive sul territorio nazionale, circa il 12/15% sono aderenti a sistemi di franchising o simili, rappresentati da un brand, mentre oltre l’85% è costituito da agenzie immobiliari singole, che operano quindi con il proprio nome commerciale.

Nell’immaginario comune infatti, fino ad oggi, la grande suddivisione è sempre stata, appunto, tra Agenzie in franchising o Agenzie singole.

Ma è ancora una suddivisione che ha una logica?

A mio modo di vedere non più, o comunque non completamente.

Credo invece che si stia affermando una sorta di contrapposizione tra Agenzie Immobiliari antiquate, per metodologie e soprattutto mentalità, chiusa e poco disposta al cambiamento ed Agenzie Immobiliari all’avanguardia, che investono sul capitale umano ma anche sulla digitalizzazione, con strumenti operativi adatti ai tempi, alle esigenze di una clientela evoluta e davvero portatori di una rinnovata cultura professionale.

Anche in ragione di questo aspetto stiamo progettando una forma associazionistica, con il supporto della Federazione Nazionale Imprese (60 sedi in Italia ed all’estero ed oltre 20.000 imprese aderenti) con la quale creare un nuovo identikit del Professionista Immobiliare,  che tenga conto della tradizione ma soprattutto dell’innovazione, con l’obiettivo di creare una comunità professionale che possa discutere di futuro e prospettive, e non, come capita spesso, di passato e temi che ormai sono superati dalle nuove tecnologie e dalla inarrestabile digitalizzazione del sistema.