Negozi e locali commerciali sfitti: cosa fare

Nel 2015 molti sono i locali commerciali inattivi.

Quando si hanno dei negozi commerciali sfitti come comportarsi?Cosa fare?

Girando per le città, si nota visibilmente la chiusura di molti negozi e locali commerciali. Il fenomeno riguarda prevalentemente le periferie e le vie di minor passaggio, ma tocca anche zone di medio interesse commerciale. Forse solo i centri delle principali città italiane sono immuni da questo problema.

Una recente ricerca di Confesercenti sugli esercizi commerciali sfitti conferma come tre negozi su dieci siano vuoti, per un totale di oltre 600.000 locali commerciali sfitti.
Un danno enorme per i proprietari ed anche per l’erario che non ha proventi di alcun genere, da superfici immobiliari che in altri tempi generavano redditi e conseguentemente introiti fiscali.
Ma esistono delle misure che potrebbero invertire la tendenza o almeno limitarne la portata?
Secondo Confesercenti la prima misura dovrebbe essere di carattere fiscale, ovvero introducendo canoni concordati e cedolare secca. Ovvero trattare le locazioni commerciali come quelle abitative. Abbattere l’imposizione fiscale porterebbe ad una riduzione delle richieste di canone, quindi una maggiore facilità nella locazione. Il conseguente avvio di nuove attività commerciali compenserebbe il minor gettito previsto con le regole attuali.
Confedilizia propone anche una maggiore liberalizzazione nella determinazione delle condizioni contrattuali, svincolate dalle regole attuali circa durata minima, aggiornamento istat, indennità di fine locazione a favore del conduttore. Una maggiore flessibilità potrebbe, ad esempio, prevedere una indicizzazione dei canoni direttamente correlata al volume d’affari del negozio.
Un’altra misura che certamente potrebbe essere utilizzata consiste in una minore difficoltà nell’ottenere la trasformazione di destinazione d’uso della superficie in questione. In molti casi non sarebbe più interessante piuttosto di vedere interi locali commerciali vuoti, favorirne una trasformazione in abitazioni o, soprattutto nelle grandi città, in box auto, a volte introvabili?
Che senso ha, per vecchie norme riguardanti la proporzione tra abitativo e non abitativo, vedere centinaia di metri quadri sfitti, vuoti e spesso in pessima condizione manutentiva?